Quando giunge l'ora del timbro, se i colleghi arrivano in massa, certe volte per scaglionare le entrate (non mi piace la ressa), inavvertitamente verso della colla liquida nello spazio della timbratura, di modo che con un po' di disguido, la folla entri al lavoro per lo meno quando io mi sono già sistemato.
All'ora della pausa, visti gli sguardi sospetti del mio collega quando consumo merende e merendine, preferisco rimanere solo in ufficio, allora con il mio ferretto da calza manometto la fotocopiatrice, uno scherzo da poco, s'intende, risolvibile in quindici minuti, tempo della pausa del mio collega, responsabile della fotocopiatrice.
La pausa pranzo amo condividerla ogni giorno con quelli che lavorano con me (a rotazione), e che in fondo sono quasi sempre gentili, tanto da pagarmi il conto, quando imbarazzato alla cassa apro il portafoglio ma ho sempre guardacaso una banconota in meno, e non posso pagare la mia cifra. In effetti, non consumo molto, e mi arredo la casa piano piano con i premi a punti del supermercato: con un po' di attenzione individuo un single un po' svampito, oppure una contessa di alto lignaggio, li seguo alla cassa, mi ci metto dietro, e al momento di pagare, quando ricevo i millecinquecentomilabollini, aspetto la domanda giusta:"A me non servono, li vuole lei?". Ringrazio, e sorrido per educazione. Ma devo dire che a volte a quella contessa e a quello svampito darei una spinta, quando flemmatici e indecisi mi costringono a fare su e giù per il supermercato!
C'è una cosa che adoro: andare al parco.
Ci sono due cose che detesto: i vigili, e i proprietari dei cani. Individuati gli uni e gli altri, li tengo insieme occupati e fuori dalla mia vista con una semplice scorciatoia: mi reco dal vigile, e con aria compunta e contrita, riporto il fatto.
"Mi scusi, agente, non se ne può più, quei cani laggiù, li vede? Ecco, hanno fatto, come dire, i bisognini, che poi chissà cosa gli danno da mangiare, oggigiorno sono diventate, mi permetta, delle gran cagate, e i loro padroni le lasciano lì !! No, ho visto bene, vada a controllare di persona, sono lì nell'erba, vada, si, grazie, ma no, ci mancherebbe, se si può aiutare a mantenere l'ordine...".
E fatto il mio dovere, e libero da impicci ed impiccioni, mi siedo a un tavolo del mio bar preferito, quello col gazebo e le palme, mi immagino in vacanza, e ordino il mio solito: "Un fiordilatte e una Soda!".
Certo è dura la vita. Io devo esercitare stratagemmi meno limpidi, più foschi, indiretti, pusillanimi. Ma cionosante beve tutto, con la stessa avidità.
RispondiElimina